LA SECONDA VOLTA CON ELENA - parte 1 - Rovigo Trasgressiva

LA SECONDA VOLTA CON ELENA - parte 1 - Rovigo Trasgressiva

LA SECONDA VOLTA CON ELENA - parte 1

La sera del 20 settembre, ho rivisto Elena. L'ho incontrata per caso, mentre faceva una passeggiata vicino alla mia ex casa per digerire la cena. Non ho resistito alla tentazione di accompagnarla e, camminando, abbiamo parlato per 45 minuti della sua vita e della mia. Da quando è vedova (6 anni), sente molto la solitudine ed era contenta che le facessi compagnia. Osservavo con attenzione il suo viso che, alla luce dei lampioni, sembrava meno rugoso e più fresco rispetto a qualche mese fa. I capelli grigi ma sempre ordinati e puliti. Le labbra che tradivano voglie inconfessabili ed i suoi denti un po' ingialliti dall'età, in cui s'intravedeva un "ponte" di metallo dorato. Però non era una dentiera, erano tutti autentici e, per avere 78 anni, comunque gradevoli. Scrutavo le forme del suo seno cadente, ma ben visibile sotto il giubbino e la camicetta, ed il suo ventre un po' gonfio. Ammiravo le sue gambe ancora svelte ed i piedi impreziositi dallo smalto sulle unghie. Pensate quello che volete ma, secondo me, Elena era ed è una bella figa! Le ho fatto diversi complimenti e, in un luogo appartato ancora lontano dal suo condominio, l'ho baciata stringendo la sua panciotta contro i miei genitali.
Siamo entrati nel palazzo separatamente per non destare sospetti, e lei ha lasciato la porta socchiusa. Ho aspettato che non ci fosse nessuno in giro ed ho fatto le scale con una grossa scatola vuota presa vicino ai cassonetti della raccolta differenziata. Se fai una cosa di nascosto, devi farla bene. In caso qualcuno mi avesse visto o incrociato sulle scale, avremmo detto che dovevo aiutarla a sistemare una lampada, il televisore, ecc.
Quando sono entrato nel suo appartamento, era in cucina, già praticamente nuda. Indossava solo una giarrettiera con calze a rete nere ed un sospensorio per tenere le tette sollevate. Le enormi areole marroni circondavano due capezzoloni già rigidi e, insieme alle calze, facevano da contrasto con la pelle bianco latte che ricopriva i 159 cm. del suo corpo basso ma seducente. Si era messa addirittura il rossetto sulla bocca ed un po' di fard sulle guance.
Ho appoggiato la scatola e mi sono immediatamente tolto i calzoncini e le mutande, mostrando il mio cazzo bazzotto e voglioso di diventare bazznove o bazzdieci. Elena l'ha guardato con desiderio e si è seduta sul bordo del tavolo a gambe aperte. Alla sua età, le secrezioni da eccitamento sono scarse ma, prudentemente, aveva comprato un flacone di olio per bambini che, prudentemente, giaceva solo soletto in fondo al tavolo.
Allora io, prudentemente, con le dita l'ho spalmato nelle aree più delicate e sensibili ai piaceri dell'eros... cioè nella figa e nel buco del culo! Ho strusciato il salsicciotto sulla sua vulva quasi glabra, finchè le doppie labbra e la figa si sono dilatate diventando rosse e calde. Quando anche l'uccello è stato bello duro, l'ho penetrata con veemenza, scivolando nell'olio per bambini come uno sciatore in una pista ben innevata. Ho spinto la cappella fino al collo dell'utero e poi sono uscito. Ho ripetuto l'operazione con calma circa dieci volte, poi ho cominciato a stantuffare mordendole i capezzoloni puntùti. Lei provava piacere e sospirava, ma era lontano dal godere pienamente. Così, come dice un proverbio cinese, se la donna non va all'orgasmo, sarà l'orgasmo a venire da lei. Ho sfilato di nuovo il cazzo (che si è anche un po' incazzato!), le ho messo un cuscino del divano sotto la schiena per raggiungere anche l'ano, ho preso una bella carotona dal frigo, l'ho ricoperta di olio e l'ho spinta dentro al culo già unto. Poi ho inserito di nuovo il pene in vagina cercando di sincronizzare i movimenti di penetrazione in vagina con quelli della mano con carota nell'ano (che fatica!). Elena ha iniziato a contorcersi e ad ansimare, la sua panciotta a sussultare, ed il suo bacino a sollevarsl ritmicamente. In breve ha raggiunto un forte orgasmo, urlando altrettanto forte prima che potessi tapparle la bocca.
Erano già le 23 ed i vicini non hanno gradito. Hanno bussato sul muro e lei ha subito gridato: "Cosa bussate? Mi sono fatta male a un dito!". E brava Elena, bella risposta! Ma dovevamo stare più attenti. Io non ero lì, non c'ero, e nessuno doveva pensare che ci fossi.
CONTINUA

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03/10/2016 17:26

max

Un altro malato di mente c**** che schifo guardare i piedi di una 78enne

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