Sul terrazzo - Rovigo Trasgressiva

Sul terrazzo - Rovigo Trasgressiva

Abito vicino Milano, esattamente a Cesano Boscone, all’ottavo piano del mio condominio, in un attico superattico, per me è effettivamente grande, visto che ci vivo a sola, ma ci sono cresciuta e, anche se pago 2000 euro di affitto al mese, me lo posso permettere.
Il mio palazzo, come altri, lo chiamano “stellare” perché in effetti, dall’alto, sembra una stella. All’ottavo piano c’è l’ingresso, un bel salone, una cucina abitabile con un bagno di servizio, tre camere ed altri due bagni, al piano superiore, che raggiungo con una bella scala in legno, un bel locale con camino ed un terrazzo che copre interamente l’appartamento sottostante, il terrazzo è proprio quello che preferisco.
Mi chiamo Terry, ho 30 anni, non lavoro, per mia fortuna, sono alta un metro e settanta x 57 chili di peso, abbastanza in forma quindi, capelli lunghi castano scuro ed occhi grigi, faccio molta ginnastica perché tengo al mio corpo, ed il mio seno, una IV, ed il mio sederino alto e sodo sono il mio orgoglio.
In questi giorni di sole approfitto del terrazzo per abbronzarmi un po’, non avendo nessun altro più in alto di me posso permettermi una tintarella integrale, non sopporto i segni bianchi del costume.
L’altra mattina ho scoperto che l’amministrazione del condominio ha deciso di rifare la copertura dei locali degli ultimi piani, quindi anche del mio, mentre prendevo il sole sul lettino, rigirandomi ogni tanto, ho sentito dei rumori e mi sono. allora, alzata guardandomi intorno e cosa vedo? tre operai con tuta e tanto di caschetto seduti sul bordo del mio tetto che si godevano lo spettacolo, sono entrata di corsa e dopo poco, decisamente arrabbiata, sono riuscita in accappatoio prendendoli a male parole.
I tre, probabilmente rassegnati, erano tornati al lavoro e non risposero nulla e, questo, mi fece sbollire la rabbia, quindi smisi di urlare chiedendogli cosa stessero facendo, quello che doveva essere il capo, che adesso vedevo meglio, un uomo più vecchio degli altri e bianco di pelle mi raccontò, scusandosi per prima, che dovevano mettere la nuova guaina sulla copertura perché la vecchia era tutta rovinata.
Rientrai, indossai un costume da bagno e presi un vassoio con bottigliette d’acqua e della limonata portandolo fuori, l’appoggiai sul tavolino e dissi agli operai che, se avessero sete avrebbero potuto approfittarne, poi, mi ridistesi sul mio lettino, sono sempre stata un po’ esibizionista, il fatto di essere guardata, anche se in costume, mi intrigava un po’.
La giornata passa così, ogni tanto scendono dal tetto, facciamo 4 chiacchere, mi fanno anche qualche complimento abbastanza velato, i due operai sono di colore, del Ghana, invece il capo è siciliano anche se vive a Milano da 30 anni, comunque verso le 5 finiscono, salutano e se ne vanno.
Faccio una doccia e metto la crema corpo all’olio di mandorla, poi indosso una camici da uomo abbastanza grande, come faccio di solito e mi accoccolo sul divano a guardare un po’ di tv, non mi va di uscire, forse ho preso troppo sole, saranno le 8 quando suona il campanello, sono i due operai, si vede che si sono lavati e cambiati, mi dicono che hanno dimenticato dei ferri, si scusano e mi chiedono di poterli cercare, li faccio salire in terrazza ed intanto preparo un caffè.
Tornano dopo qualche minuto dicendomi che si vede li avevano lasciati da qualche altra parte, ci sediamo in cucina a bere il caffè, non penso al fatte di non avere nulla addosso tranne quella camicia che, quando mi siedo si accorcia un po’ troppo, me ne accorgo però dai loro sguardi e dal fatto che cominciano a dire che sono molto gentile, molto bella, che sono arrivati in Italia da circa un anno e non sono mai stati trattati come ho fatto io, poi uno chiede di andare in bagno e, quando si allontana, l’altro si alza andando nel salone e facendomi i complimenti per la casa, gli vado dietro e lui si gira all’improvviso così mi ritrovo praticamente contro di lui, mi abbraccia e mi bacia sulla bocca, forse ancora un po’ intontita dalla giornata passata al sole, forse presa all’improvviso non reagisco e li continua infilandomi la lingua in bocca e cominciando ad accarezzarmi il seno oltre la camicia.
Beh un po’ la giornata, un po’ la situazione che mi aveva intrigato, un po’ il fatto che forse avevo voglia anch’io, mi lasciai andare e ci ritrovammo seduti sul divano, la mia camicia presto finì sul tappeto e mi ritrova completamente nuda, anche lui si era tolto maglietta e pantaloni e continuò a baciarmi su tutto il corpo, mi ero dimenticata del suo amico, mi accorsi di lui quando sentii altre due mani sul mio corpo che lo accarezzavano e frugavano ovunque, poi si alzarono lasciandomi un po’ inebetita e frastornata seduta sul divano e mi ritrovai i loro uccelli davanti alla faccia, che potevo fare?
Li impugnai, uno per mano cominciando a segarli ed intanto passavo la lingua e le labbra su ognuno dei due, avevo le loro mani sulla testa che accompagnavano il movimento, li sentivo crescere e indurirsi nelle mie mani fino a quando mi ritrovai due bastoni color ebano davanti agli occhi, erano di tutto rispetto, e già ero tutta bagnata, mi ritrovai stesa sul tappeto con uno dei ragazzi sopra che strisciava il suo cazzo sulle mie grandi labbra e dopo poco mi penetrava lentamente iniziando poi il suo andirivieni dentro di me, facendomi contorcere e mugolare ad ogni affondo, avevo gli occhi chiusi ma sentivo il cazzo dell’altro accarezzarmi il viso e le labbra, venni con un sospiro come di liberazione e, dopo poco, il ragazzo uscì da me e sentii subito il suo schizzo caldo sul mio viso e sporsi subito la lingua per sentirne il sapore, ormai ero partita, avevo perso qualsiasi inibizione, semmai ne avessi avuta.
Il secondo prese i posto dell’altro ricominciando a farmi mugolare e contorcere, era bravo, probabilmente più pratico e, senz’altro più grosso, mi sentivo riempita da quel corpo estraneo che strisciava dentro la mia carne, allacciai le mie gambe ai suoi fianchi, gli graffiai la schiena ma non si scompose e continuò a pompare, sempre più veloce, ogni tanto si fermava e poi ripartiva spingendo a fondo, mi faceva impazzire di piacere fino quando esplose anche lui insieme a me inondandomi la vagina del suo sperma bollente.
Sono un po’ provata e piena di sborra, faccio una doccia e, anche i due ragazzi approfittano, poi propongo qualcosa da bere ed un bagno comune rilassante nella vasca idromassaggio che ho sotto un pergolato di legno e canne in terrazzo e l’apertura di una bottiglia di bollicine di Franciacorta, così scopro che i miei nuovi amici non sono musulmani, dopo una mezz’ora di perfetto relax, comunque inframmezzato da baci e carezze mi chiedono, non proprio con questi termini, se ho avuto esperienze anali, rispondo affermativamente ma dico anche che mi preoccupano un po’ le loro dimensioni, sicuramente superiori a qualsiasi mia esperienza precedente.
A questa mia affermazione, devo dire che i loro uccelli ripresero subito vita, si stavano eccitando ancora, scendemmo subito nella mia camera da letto e presi nel mio comodino un flaconcino di lubrificante, mentre mi sdraiavo con un paio di cuscini sotto la schiena uno dei due cominciò a mettermi il lubrificante sul buchino piano piano ad introdurre un dito, sempre lubrificando e, lentamente, dopo averlo introdotto, a rotearlo, intanto l’altro si inginocchiò al mio fianco porgendo il suo cazzo alla mia bocca, sono sempre stata brava in questo, dalle superiori.
Non mi faceva male, era solo un po’ di fastidio, poi le dita diventarono due, sempre lubrificando e roteando, poi il primo che mi aveva scopato abbandonò la mia bocca e, dopo averlo lubrificato, puntò la punta del suo cazzo al mio buchino cominciando a spingere ed entrando un millimetro per volta, mi dimenavo per agevolarlo ed intanto il suo amico mi accarezzava e baciava mentre io, comunque, gli tenevo l’uccello stretto in mano, beh, non era la prima volta, la mia carne si abituava alla presenza di quel bastone di carne piantato nel mio corpo, poi cominciò a muoversi dandomi piacere ad ogni affondo mentre il suo compagno mi stropicciava la clitoride con le dita mettendomi anche la lingua in bocca, mi sentivo in paradiso ma poi il secondo smise di masturbarmi, salì sopra di me e puntò il suo cazzo alla mia figa per penetrarmi, l’altro si fermò con il suo bastone infilato dentro di me, adesso ero davvero bloccata, quei due uccelloni dentro di me, piantati fino in fondo, mi facevano mancare il respiro, poi cominciarono a muoversi, li sentivo quasi toccarsi mentre strisciavano nel mio corpo, sobbalzavo ad ogni spinta mugolando come una gatta e loro continuavano senza fermarsi, imperterriti, sentivo anche loro ansimare, fui sempre io la prima ad urlare il mio piacere e, poco dopo, anche loro, senza uscire dai loro pertugi, esplosero dentro di me, tantissima, bollente e densa sborra, quando uscirono quasi non me ne accorsi, ero stremata e per qualche secondo non riuscii a fermare il tremore del mio corpo.
Passammo il resto della notte a coccolarci, dormendo ogni tanto e scopando quando ci svegliavamo, con dolcezza, fino al mattino.

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